Caratteri e composizione
La rivista pubblica numeri monografici su importanti temi, storici e di scienze sociali e umane,
riguardanti l’identità europea tra periodo medievale, moderno e contemporaneo.
Si compone di tre sezioni.
I, Profili scientifici
In questa sezione confluiscono contributi basati sulla valorizzazione di fonti primarie, sulla
ricostruzione di quadri, eventi, fattori e dinamiche relative all’arco cronologico dal Medioevo all’età
contemporanea, in un’ottica di integrazione e comparazione di contenuti, metodi e tradizioni
storiografiche. Tutti i saggi della sezione si incentrano sul tema individuato, per lo specifico
numero, dal coordinatore o dai coordinatori.
II, Problemi storiografici e di scienze sociali ed umane
I contributi pubblicati in questa sezione affrontano temi storiografici o di scienze sociali e umane,
analizzati nel lungo periodo, eventualmente collegati ai saggi della prima sezione.
III, Il dibattito contemporaneo
I contributi ospitati in questa sezione esaminano opere e tendenze della recentissima produzione
storica e delle scienze sociali e umane.
Norme Redazionali
Gli Autori sono pregati di inviare il proprio testo in Word e in PDF, al Comitato di Redazione della
Rivista. Gli articoli non dovranno superare i 75.000 caratteri (spazi inclusi) – se destinati alla prima
sezione –, i 30.000 caratteri (spazi inclusi) – se indirizzati alla seconda o alla terza sezione.
Ogni articolo, che potrà essere redatto in italiano, inglese, francese, spagnolo o tedesco, dovrà
contenere:
- Curriculum scientifico dell’autore di max 250 battute.
- Doppio abstract, in italiano e in inglese (anche per articoli in lingue diverse come francese,
spagnolo o tedesco) di max 700 battute; - Cinque parole chiave (in italiano ed inglese) del saggio.
Le citazioni fino a cinque righe andranno nel corpo del testo tra caporali. Le citazioni più lunghe
andranno in corpo minore. Le citazioni in corpo minore non saranno accompagnate dai caporali in
apertura e chiusura. Inoltre, esse saranno separate dal corpo del testo da un doppio spazio prima e
dopo. Alcuni riportati, ritenuti particolarmente rilevanti dall’Autore, potranno essere forniti
separatamente dal corpo del testo anche se minori di cinque righe.
Le citazioni tratte da fonti primarie e secondarie saranno fornite nell’originale, se questo è nelle
lingue occidentali di maggior uso (francese, inglese, italiano, spagnolo), accompagnate in nota dalla traduzione, a discrezione dell’Autore. Per tutte le altre lingue, gli estratti verranno forniti in
traduzione nel corpo del testo, con annesso testo in originale in nota. L’elisione all’interno di una
citazione verrà indicata con […]. I segni di interpunzione, che nel testo d’origine dovessero
accompagnare gli elementi eliminati, saranno sempre riportati (e seguiranno la parentesi di
chiusura).
Le date e le pagine saranno fornite, sia all’interno del testo che nelle note e, quindi, anche nei
rimandi bibliografici, come negli esempi seguenti: 1850-1851, e non 1850-51; pp. 310-311, e non
pp. 310-11.
Si userà il corsivo per le parole straniere di uso non comune e comunque sempre per i termini latini
e greci.
Nei testi in italiano si potranno evidenziare termini ponendoli in tondo tra virgolette alte doppie. Nei
testi in inglese si preferiranno le virgolette alte singole.
Nei testi in altre lingue, si valuterà con l’autore/gli autori l’opzione da preferire.
Nei lavori in più lingue: per i testi in italiano ci si atterrà a quanto indicato per essi; per le altre
lingue ci si conformerà a quanto indicato per i testi in inglese.
Per le citazioni all’interno delle citazioni brevi, si useranno le doppie virgolette (“”).
Si potrà utilizzare, con parsimonia, il corsivo per evidenziare termini o espressioni.
Per il riferimento archivistico si userà l’acronimo in maiuscolo:
Es. ASNA (per Archivio di Stato di Napoli)
ASSA (per Archivio di Stato di Salerno)
ASAV (per Archivio di Stato di Avellino)
ASBN (per Archivio di Stato di Benevento)
ASCE (per Archivio di Stato di Caserta)
ASRM (per Archivio di Stato di Roma)
N.B. Si userà l’acronimo ASPN per la rivista «Archivio Storico per le Province Napoletane».
Nei lavori suddivisi in parti, a loro volte suddivise in capitoli, le note riprenderanno dalla numero 1
all’inizio di ciascuna parte e non di ciascun capitolo. Pertanto, una fonte citata più volte, se lo è
all’interno della stessa parte, anche in capitoli diversi, verrà fornita completa di tutti gli elementi
solo alla prima occorrenza; se è citata anche nelle altre parti che compongono l’intero lavoro, in
ciascuna di tali parti, alla prima occorrenza verranno riproposti tutti gli elementi bibliografici.
Nei volumi collettanei, a ogni nuovo saggio la numerazione delle note inizia dal numero 1.
I titoli molto lunghi o provvisti di sottotitolo potranno essere ridotti fin dalla prima occorrenza,
soprattutto per i testi antichi. Nei testi in italiano, si potrà scegliere se inserire tre punti indicanti
l’elisione. Ciò dovrà essere concordato di volta in volta con i responsabili della Collana. Per i testi
in lingue diverse dall’italiano, si preferisce non utilizzare i punti.
Per i titoli provvisti di sottotitolo si preferirà eliminare il sottotitolo.
L’apicale indicante il rimando alla nota precederà il segno d’interpunzione.
Le note bibliografiche saranno poste a piè di pagina. Gli autori citati saranno indicati con l’iniziale
del nome seguita dal punto e dal cognome, espressi in maiuscoletto, con le iniziali maiuscole,
quindi il titolo dell’opera, il luogo (sempre per esteso), l’editore e la data di pubblicazione, separati
da virgola, infine l’indicazione delle pagine. Se il nome inizia con Ch (es.: Charles, fr. e ing.) e
simili, anche la lettera “h” verrà indicata.
Nel caso di un doppio nome, le due iniziali, seguite ciascuna dal punto, non saranno divise da
alcuno spazio.
Quando una nota contenga più riferimenti bibliografici, questi saranno preferibilmente separati da
virgola, a meno che non si tratti di soli due riferimenti. In tal caso, potranno essere separati dalla
congiunzione “e”.
Nei testi in lingua diversa dall’italiano non verrà indicata la casa editrice, a meno che non si tratti di
testi pubblicati fino al 1946 compreso.
In caso di fonti per le quali non sia possibile risalire al luogo e/o alla data di pubblicazione e/o della
casa editrice/stamperia/tipografia e/o della data di pubblicazione, si useranno le seguenti sigle:
s.l. senza luogo di pubblicazione
s.e. senza edizione
s.d. senza data di pubblicazione
s.n.t. senza note tipografiche (se manca ogni indicazione).
Si ricorda, inoltre, che si userà p. per la pagina singola e pp. per più pagine; più pagine non
consecutive saranno separate da una virgola o da “e”. Sarà da evitare se possibile l’indicazione
generica p. 20 ss./p. 20 ff. (quest’ultima dicitura è per i testi in inglese).
Nel fornire le indicazioni bibliografiche di un articolo in rivista o di un saggio in volume collettaneo
o atti di convegno, o di una introduzione, conclusione, etc., si preferirà indicare sempre le pagine
dell’intero contributo, quando non ci si voglia soffermare su una pagina o più pagine in particolare.
Ciò, soprattutto alla prima occorrenza.
Esempi di riferimenti bibliografici
Monografia:
P. COSTA, Civitas. Storia della cittadinanza in Europa, I, Dalla civiltà comunale al
Settecento, Roma-Bari, Laterza, 1999, pp. 18-64.
Se lo scritto citato è contenuto in un’antologia o miscellanea, deve essere dato il riferimento
completo pure di questa. Anche il nome del curatore/dei curatori andrà in maiuscoletto; un trattino
breve separerà il nome dei vari curatori.
Es. Cfr. A. MUSI, Né anomalia né analogia: le città del Mezzogiorno in età moderna, in
Città e contado nel Mezzogiorno tra Medioevo ed età moderna, a cura di G. VITOLO,
Salerno, Laveglia, 2005, pp. 307-313.
In caso di più opere dello stesso autore citate in successione, dopo la prima volta il nome verrà
sostituito da ID. (per un autore o più autori), da EAD. (per un’autrice).
Per le curatele, si prega di riportare esattamente la dicitura presente nell’opera in oggetto. Per
l’indicazione precisa delle curatele, si prega di riportare esattamente la dicitura presente nell’opera
in oggetto. Nello specifico, se in copertina e nel frontespizio viene riportato il titolo seguito dal
curatore/dai curatori, si scriverà come segue:
Es. Città e contado nel Mezzogiorno tra Medioevo ed età moderna, a cura di G. VITOLO,
Salerno, Laveglia, 2005, pp. 307-313.
Al contrario, se viene fornito prima il nome del curatore/dei curatori, si scriverà come segue:
S. RUSSO (a cura di), All’ombra di Murat. Studi e ricerche sul Decennio francese, Bari,
EDIPUGLIA, 2007.
Nel caso di una riedizione o di nuova ristampa, ciò verrà indicato tra parentesi tonde dopo l’anno di
riedizione.
Nel caso di un’opera di più autori o con più curatori, verranno indicati tutti gli autori/curatori con i
nomi separati da un trattino breve.
Nel caso di Atti di Convegno, si preferirà indicarlo seguendo l’esatta dicitura, così come
eventualmente presente nel titolo/sottotitolo.
I titoli dei giornali, dei periodici e delle riviste, saranno indicati in tondo (tra due caporali), seguiti
dal numero dell’annata (riportata in cifre romane), dall’anno (tra parentesi in cifra araba), dal
numero e dalle pagine.
Es. F. BARRA, La lotta politica in Irpinia nel primo dopoguerra: le elezioni del 1919, in
«Rassegna Storica Irpina», I (1990), n. 1-2, pp. 369-390.
Per gli articoli in riviste in formato elettronico, dopo le pagine verrà indicato, preceduto da una
virgola, l’indirizzo elettronico a cui reperirlo. Se possibile, si indicherà quando è stato consultato
(consultato il GG/MM/AAAA oppure ultima consultazione il GG/MM/AAAA, se la consultazione
è avvenuta più volte).
Nei testi in lingua diversa dall’italiano, le citazioni di articoli pubblicati in periodici riporteranno il
titolo del giornale o della rivista preceduto dalla preposizione all’uopo utilizzata nelle singole lingue
o non preceduto da alcuna indicazione. Pertanto, il riferimento summenzionato verrà riportato come
segue:
Es: F. BARRA, La lotta politica in Irpinia nel primo dopoguerra: le elezioni del 1919, in (o
comunque la preposizione all’uopo utilizzata nelle singole lingue) «Rassegna Storica
Irpina», I (1990), 1-2, pp. 369-390.
Per le riviste afferenti a settori bibliometrici, il numero del fascicolo e del volume saranno indicati
entrambi con il numero arabo.
Se il riferimento bibliografico in una nota riprende un riferimento precedente, di quest’ultimo verrà
riportato solo l’autore e parte del titolo seguito da tre puntini e “cit., p./pp.” e dall’indicazione del
numero/dei numeri di pagina, senza luogo di edizione, casa editrice, anno.
Nei testi in inglese, i puntini potranno non essere utilizzati
Se il riferimento bibliografico in una nota è identico a quello della nota immediatamente
precedente, si userà Ibidem, ma Ibid. per i testi in lingua inglese.
Se il riferimento bibliografico in una nota differisce da quello della nota immediatamente
precedente nel numero/nei numeri di pagina, si userà Ivi (in tondo) e Ibid. nei testi in lingue seguito
dall’indicazione della pagina/delle pagine.
A discrezione dell’autore, nei testi in italiano si utilizzerà Cfr./Si veda.
I singoli saggi saranno provvisti di:
-una nota iniziale, che conterrà gli acronimi degli incartamenti archivistici consultati.
Esempio:
Archivio di Stato di Napoli, Archivio Pignatelli-Cortes
(ASN, APC)